“Tutta colpa di Shakespeare”, di Simona Forte, allo Ztn di Napoli
n scena allo Ztn di Napoli, stasera alle ore 21, “Tutta colpa di colpa di Shakespeare”, di Simona Forte, è uno spettacolo tutto al femminile, che prende il via da una folle, fantasiosa, supposizione. Cosa succederebbe, se le protagoniste delle grandi tragedie della letteratura potessero prendere vita? Fonderebbero il Comitato di Liberazione delle Eroine Tragiche e si organizzerebbero per protestare del modo in cui i loro autori le hanno tolte di mezzo. Desdemona, Ofelia e Giulietta, coordinerebbero i lavori, ma non mancherebbero idee e supporto da parte di tutte quelle donne-personaggio costrette all’uscita di scena da una trama per mano del protagonista maschile. “Ci perdonerà il grande William Shakespeare – racconta l’autrice – se lo utilizziamo scherzosamente come pretesto per ragionare di un tema importante, troppi sono gli amori che terminano in disgrazia, e sempre più spesso con un femminicidio compiuto da fidanzati, compagni, mariti. Eppure – spiega – noi donne continuiamo a sospirare leggendo le immortali storie tragiche, come se fossimo intimamente convinte che un amore, per valerne la pena, debba essere costellato di ostacoli e angherie per essere considerato bello e importante. Le protagoniste di Tutta colpa di Shakespeare – continua – vogliono, invece, raccontarci una triste verità, continuare a perpetrare certe condotte e giustificare certi comportamenti del nostro partner non serve a molto, una volte morte, non c’è più alcun amore da vivere, sognare, sospirare. Dunque lasciamo le tragedie ai libri e le lacrime ai film. Non è certo “Tutta colpa di Shakespeare” – conclude – se le cose nella nostra società vanno in un certo modo, ma cominciare a fare la differenza tra l’universo immaginario e quello reale può essere l’inizio di un cambio di rotta, l’educazione alla parità di genere passa anche dalla cultura, e dai punti di vista che provengono dai suoi strumenti”. In scena, Grazia D’Arenzio, Angela Rosa D’Auria e Sonia Di Domenico, testi di Rosaria Carifano, scenografia Wanda Papa, progetto grafico Emilia Sagitto.