Teresa Mannino, con “Sono nata il ventitrè” al Teatro Bellini di Napoli
Sul palco, una graziosa ed elaborata miniatura, di una porzione della città di Palermo, si atteggia a maestosa scenografia. Una breve introduzione musicale, accompagna l’uscita di Teresa Mannino, applausi, risa e le prime veloci domande al pubblico, su Napoli ed i napoletani, le abitudini, i gusti. “Sono nata il ventitrè”, di Teresa Mannino e Giovanna Donini, in scena in questi giorni al “Teatro Bellini” di Napoli, è un intrigante e spensierato viaggio, tra il mito di Odisseo e “l’arte“ del tradimento, tra i racconti di una generazione troppo diversa dalle più recenti, e l’attuale, ricorrente desiderio di guardarsi indietro con matura malinconia. Teresa Mannino, cattura l’attenzione con la solita, indiscussa bravura, tra un concetto filosofico e l’altro, ironizzando su Penelope ed Ulisse, sull’uomo e la donna, sui calciatori e sull’uomo comune, accompagnata dall’irresistibile accento siculo, impensabile ammaliatore. Scherza con il pubblico, lo interroga, racconta e chiede di raccontarsi. L’infanzia dorata nell’amata Palermo, le gite al mare, gli studi, la famiglia. E poi l’amore, i figli… l’inespressività di Pirlo, il rude richiamo di Gattuso e Raoul Bova. Teresa Mannino spiazza, provoca e consegna al pubblico una piacevole serata all’insegna della più sana ed intelligente comicità.