“’A Puteca de’ e leggende napulitane”, la città, il racconto, in scena al Tram
Una visione assolutamente originale, uno spunto interessante e coraggioso tra quelle che appaiono come storie uniche, surreali, comiche, drammatiche.
Il progetto è di quelli che ti lasciano apprezzare ancor di più un contesto, quello del teatro che sempre più ha bisogno di essere alimentato dall’energia e dalla visione dei suoi protagonisti. In scena al Teatro Tram di Napoli, nei giorni scorsi “’A Puteca de’ e leggende napulitane con la regia di Diego Sommaripa”, diretto da Diego Sommaripa. Sul palco, a deliziare gli spettatori con i miti e i racconti della città partenopea, oltre a Sommaripa, Vittorio Passaro, Diletta Acanfora, Laura Pagliara, Vincenzo Lettieri e Cristian Chiummariello.
Il Principe di Sansevero, Colapesce, Maria la Rossa la strega di Portalba, il Munaciello, La Regina Giovanna, personaggi e miti si alternano interpretati dalle meravigliose abilità degli attori protagonisti in una carrellata quasi romantica, di storie, che prendono vita da una particolare bottega, li dove ogni cosa è possibile, lì dove il tempo, forse si è fermato. Il tempo immobile che resta ancora a chi sogna e ha bisogno di certezze, di riferimenti, di fantasia. Le musiche, le sonorità che ripercorrono il repertorio classico, interpretata in occasione della prima dello spettacolo dal gruppo musicale Kalìka.
“Sono felice di riproporre la mia versione delle ‘leggende napoletane’, uno spettacolo per le famiglie – ha raccontato Diego Sommaripa – che strizza l’occhio al Natale dove la magia l’incanto e l’allegria sono il trait d’union con le leggende napoletane riscritte e rivisitate da un gruppo di validissimo e pluripremiati autori”.
I testi, di Diego Sommaripa, Tommaso Vitiello, Noemi Giulia Fabiano, Silvio Fornacetti, Gennaro Esposito,Vittorio Passaro, portano allo spettatore quel giusto mix di tradizione e racconto contemporaneo capaci di accendere attenzione e curiosità. La versione, della leggenda della “Janara”, dello stesso Diego Sommaripa, riporta a oggi, il fascino di un mito ancora vivo in città, nei racconti e chiaramente nelle rappresentazioni artistiche.
La regia attenta, viva, intraprendente in molti punti investe il pubblico in una intensa metaforica visione. La riproposizione del mito, della tradizione, per l’appunto, attraverso un pretesto dai toni quasi romantici. Il pubblico applaude, convinto di aver assistito a qualcosa di magico ma allo stesso tempo incredibilmente autentico. Il teatro che avvolge, rapisce e innova, che guarda negli occhi lo spettatore e gli trasmette tutto ciò che forse non è ancora capace di vedere.