“Il sogno di Morfeo” di Antonio Piccolo in scena alla Sala Assoli di Napoli
Una produzione Teatro in Fabula. Il sostegno di MiBac, Siae dell’Ex Asilo Filangieri di Napoli. Testo e regia di Antonio Piccolo.
Mario Autore, Antonia Cerullo, Melissa Di Genova, Antonio Piccolo, Emilio Vacca protagonisti in scena dell’ultimo progetto di Teatro in Fabula. Una trama che sa di onirico, il teatro che si intreccia con la poesia con l’intento di offrire al pubblico una sorta di percorso artistico, se cosi possiamo immaginare di concepirlo, intenso e del tutto legato alla magia del contesto in questione.
All’Eremo dei Sogni il dio Morfeo, sua sorella Notturno e l’assistente Artemidoro di Daldi sono alle prese con l’invio dei sogni ai mortali. Ma ormai non si possono creare altro che incubi, perché l’immaginario degli umani si è inaridito. C’è solo una sognatrice che dà soddisfazione: si chiama Alice, fa dei bellissimi sogni e si diverte a guidarli. Il suo ultimo sogno però sta durando più del dovuto… Alice è in coma! Morfeo, Notturno e Artemidoro si mettono in testa di svegliarla e salvarla. Ma le loro forze non bastano. Si recano a Bubastis, nell’antico Egitto, nell’antro di Bastet, Dea del Sonno: un’enorme creatura, metà gatta e metà umana, che parla un linguaggio criptico da indovina. È solo la prima tappa del loro viaggio nel tempo, nello spazio e nel sogno, per salvare gli uomini e ricordare loro di sognare.
Il sogno insomma inizia da questo specifico intreccio. Antonio Piccolo, autore e regista del testo che andrà in scena presso la Sala Assoli dal 3 al 5 marzo 2023, ci lascia entrare nel suo preciso progetto artistico fatto di impegno profondo e intensa dedizione: “Sappiamo ormai tutto sui sogni. Eppure trascuriamo di riflettere su una banale verità – spiega Piccolo – trascorriamo almeno un quarto della nostra esistenza sognando. Un quarto di esistenza in cui il cervello ha le stesse percezioni che ha nella veglia e forgia una parte fondamentale della nostra identità”.
“Ne Il Sogno di Morfeo – continua l’autore – si ribalta una regola spesso applicata in teatro: non è la “vita vera” a stare in scena, ma la vita interiore. Vediamo l’Eremo dei Sogni, il mondo del sonno; fuori, dietro le quinte, c’è il mondo della veglia. È “la vita ad occhi chiusi” ad esser protagonista: un luogo che pare un circo, una navicella spaziale, lo studio di un alchimista e la cucina di uno chef, malgrado sia capitanato da Morfeo, un dio dell’antichità. Ma il mito, liberamente adottato, qui rinasce dialogando col Presente. Gli dei-clown armeggiano con macchine bizzarre e dialoghi acrobatici, per ritrovare senso nell’Oggi. Non ci sono steccati di genere – conclude – c’è la commedia, la tragedia, il realismo, la fantascienza, il paradosso, la recitazione brillante e quella intimista, scene corali, monologhi, addirittura
accenni di musical; e c’è una storia che, partendo dalla fantasia, arriva ad Alice, personaggio a cavallo tra la fiaba e il contemporaneo più contemporaneo che c’è, ossia l’Universale”.
Uno spettacolo insomma che promette di incantare il pubblico, e condurlo li dove il sogno è capace di condurre.