Roberto Herlitska incontra Pier Paolo Pasolini in “Una giovinezza enormemente giovane”
Sul palco, uno scorcio desolato, un angolo appartato dal resto del mondo. In terra un cadavere. Straziato, calpestato, lasciato solo, li. Il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini, fu ritrovato su una spiaggia dell’idroscalo di Ostia, ormai, quasi quarant’anni fa. “Una giovinezza enormemente giovane” andato in scena al “Teatro Piccolo Bellini”, è un omaggio, da un lato, al pensiero del poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, attore.. attraverso l’evocazione della sua opera letteraria e poetica, e dall’altro alla capacità profetica dello scrittore, sul piano sociale e politico. Da un idea di Gianni Borgna, diretto da Antonio Calenda, “Una giovinezza enormemente giovane” è interpretato da uno straordinario Roberto Herlitksa, abilissimo a calarsi, con garbo ed estrema arte, nei panni dell’intellettuale romano, tra i suoi dubbi, le certezze, le grandi argomentazioni e gli infiniti misteri. Intenso, appassionante ed appassionato, il monologo di Herlitska presenta al pubblico due volti di Pier Paolo Pasolini. Due anime, due vite, che corrono su distanti binari, il giorno e la notte, l’esistenza e la poesia, il cielo e il mare. Herlitska, interpreta l’intellettuale, lo scrittore, il poeta. L’Italia, la politica, il terrorismo, Mattei. E poi la borgata, in prima persona, cosi come il resto. La gioventu’, la guerra, e quei ragazzi, che saranno i protagonisti di tante notti. Due anime, due storie, distanti, vicine, mai completamente estranee, insieme per l’ultima volta, li, ad Ostia, all’Idroscalo, di notte. Tra vita, poesia, mistero.