Rino Di Martino e Antonella Morea, incontrano Annibale Ruccello al Teatro Piccolo Bellini di Napoli

Rino Di Martino, in scena al “Teatro Piccolo Bellini”, con quattro atti unici di Annibale Ruccello, tra i più rappresentativi dell’autore stabiese. “Mamma, piccole tragedie minimali”, diretto da Antonella Morea, racconta, attraverso la caratteristica pungente naturalezza, quattro vicende, quattro storie, quattro madri, coinvolte, padrone, vittime. Quattro momenti, al centro dei quali, la donna, la madre, è simbolo di ciò che il mondo ha scelto per lei. Passato, presente, povertà e consumismo. Ruccello, offre uno spunto, un immagine, un racconto, autentico, critico. Cronaca, romanzo, quattro donne, quattro madri, per un intensa, unica messa in scena. “Dopo quattro anni di collaborazione con il teatro Bellini – spiega Antonella Morea – non soltanto come attrice ma anche come docente stagista all’Accademia Teatrale ecco che come ennesimo attestato di stima mi è arrivata la proposta di scegliere un testo di teatro per Rino Di Martino e di farne anche la regia. Che testo scegliere? – spiega – Su quale territorio muoversi? la scelta non poteva che ricadere su Annibale Ruccello. Ho scelto -continua – per Rino Di martino “Mamma” Piccole tragedie minimali, quattro monologhi dove mamme malefiche raccontano ancora fiabe e che poi via via si trasformano nei vari episodi in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media, una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze – le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo. Deliri verbali – conclude – fondati sulla contaminazione e alterazione del linguaggio, la perdita di rituali propiziatori e liberatori usati nel mondo contadino come protezione e rivelazione dell’inconscio, la contaminazione cui tali rituali sono stati sottoposti dall’ingresso dei media con la conseguente perdita dell’identità collettiva”. Antonella Morea, affonda le unghie nella complessa produzione ruccelliana, e con estro e consapevolezza, fa sua la trasposizione, che un grande Rino Di Martino, offre in dono, al pubblico.