Regine sorelle di Mirko Di Martino, tra storia e rivoluzoni in scena al Teatro Tram di Napoli
Ci sono spettacoli he non ti aspetti, testi che non immagini dover incontrare, proprio quella sera, attrici che nemmeno prendi in considerazione di poter trovare davanti ai tuoi occhi, proprio in quel momento. Poi il pubblico si sistema al suo posto, le luci si spengono, e tutto comincia. Chiaro che, mai avresti messo in dubbio le potenzialità di artisti già incrociati nel lungo percorso da spettatore, mai. Ma è altrettanto vero che trovarsi, spettatore, di qualcosa di talmente bello ed elaborato e studiato e ben “confezionato”, interpretato con sapienza, estro, cuore, anima, non è qualcosa che consideri ogni volta, prima di prendere posto in platea. “Regine sorelle”, di Mirko Di Martino, con Titti Nuzzolese, in scena al Teatro Tram di Napoli, è il generatore, “volontario” di tutto ciò che si diceva , prima. La storia di Maria Antonietta e Maria Carolina d’Asburgo, figlie di Maria Teresa d’Austria, molto legate tra loro, ma troppo precocemente divise, dalla politica, dalla storia che incombeva. Regina di Francia la prima, di Napoli la seconsa, vissero da protagoniste inconsapevoli la Rivoluzione Francese e la forza di Napoleone Bonaparte. Maria Antonietta finì ghigliottinata, in piazza a Parigi, Maria Carolina, mori lontana da Napoli e dall’amaa sorella, vecchia e sola. Mirko Di Martino, fa emergere, a tratti anche prepotentemente, le “linee guida” dei due personaggi, protagoniste dello spettacolo, e degli altri, che fanno da contorno ad una vicenda sapientemente teatralizzata. Le movenze ed il fare grossolano di “Don Ferdinando” Re di Napoli, l’inadeguatezza cronica, bizzarra, di Luigi XVI, Re di Francia, l’affetto duro e aspro, piegato alla ragion di stato, potrebbe diri, di Maria Teresa d’Austria, Imperatrice e madre. Titti Nuzzolese, regina, imperatrice, re, duchessa, bambina, ogni cosa raccontata di quel tempi. Incredibilmente dentro ogni personaggio, incredibilmente capace di tirar fuori quell’anima dettata dal testo, di ogni personaggio, assolutamente ispirata e dentro le rapide dinamiche di una trama, di una storia, di un racconto, scandito dal tempo della musica, dai tempi storici, e da corde dell’animo umano che in certi personaggi, pluricentenari, spesso ignoriamo. Gli applausi alla fine, quando le luci si riaccendono, racchiudono in se lo stupore, la meraviglia, la consapevolezza di aver assistitito a qualcosa di esageratamente bello, intenso e sempre opportuno. Tanto buon teatro.