E’ la vita, o una metafora di essa? Mazzella rilegge Marber ed i suoi personaggi
Una storia di uomini e calcio. Passioni, ideali, interessi. Un uomo, il suo sogno e la realistica, violentata versione di essa.
La prima impressione è quella di una rappresentazione sulla vita, sul quotidiano, un affresco insomma di giorni vissuti di presente crudo e nudo. E’ questa la prima immagine che salta agli occhi, in platea. Marcello Cotugno, al Teatro Bellini di Napoli, porta in scena un testo di Patrick Marber. “The Red Lion”, nel suo adattamento ha i volti segnati e certi di Andrea Renzi e Nello Mascia, la cui congiunta immagine non può che riguardare al primo lavoro di Paolo Sorrentino, sullo stesso contesto, quello calcistico. Attori, uomini, entrambi forse, sinceri e spietati. Due navigati protagonisti, dal passato e dal presente glorioso, interpreti a volte malsani, spesso cinici di un tessuto.
L’adattamento di Andrej Longo porta quella storia in Campania, la rende a noi più familiare, più plausibilmente vicina, con i colori, i suoni, i contorni che nel bene o nel male facciamo nostri. Simone Mazzella, istintivo, autentico, è un giovane calciatore dalle facili illusioni ma anche dalle idee chiare su ciò che può o non può essere fatto. L’immagine innocente, forse a metà, portano il suo allenatore ed il suo personale, ufficioso, manager a pensare di poterlo utilizzare come pedina per il proprio personale modo di vedere le cose.
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La regia di Cotugno si concentra sulla parola, in alcuni punti. L’importanza del saper comunicare in un certo modo secondo i canoni della parte rappresentata dai due protagonisti principali, quasi sfidanti in un ipotetico contesto puramente teorico. La parola il confronto. Ogni passo appare per l’appunto come il passaggio fondamentale per il prosieguo ed il raggiungimento della scena finale quasi immaginata. Tanti piccoli confronti. Un destino in parte segnato, in entrambe le direzioni. Il giovane sognatore, disilluso, più cinico he mai in alcuni tratti, farà deflagrare ogni cosa. In nome di quale ideale? Quale ragione? Restano i personaggi, le storie, le immagini, ed una trama più viva ed autentica che mai.