Quattro uomini chiusi in una stanza, di Mario Gelardi, in scena al Nuovo Teatro Sanità
Una produzione “Nuovo Teatro Sanità” in scena da Giovedì 17 ottobre ore 21.00, scritto e diretto da Mario Gelardi, con Ivan Castiglione, Riccardo Ciccarelli, Carlo Geltrude e Gennaro Maresce, “Quattro uomini chiusi in una stanza”è uno spettacolo d’impegno civile in cui Gelardi affronta il tema delle morti di Stato, che da molti anni divide l’Italia. Il punto di vista è quello delle forze dell’ordine: protagonisti sono quattro uomini che si accordano per restituire in tribunale un’unica verità credibile. Il lavoro teatrale si avvale dei costumi di Alessandra Gaudioso e del disegno luci di Alessandro Messina. Replica venerdì 18 e sabato 19 ottobre ore 21.00, domenica 20 ottobre ore 18.00. Info e prenotazioni al 3396666426 oppure all’indirizzo e-mail info@nuovoteatrosanita.it. Costo del biglietto intero 12 euro, ridotto (under 25 e over 65) 10 euro.
Un ragazzo è morto, forse per un eccesso di forza durante l’arresto, forse perché stava male o perché se l’è cercata, come qualcuno pensa. Dopo l’accaduto, i quattro punti di vista di coloro che lo hanno arrestato devono diventare uno solo, perché di fronte al giudice non ci possono essere contraddizioni. Allora non resta che accordarsi, fornire una storia unica — non importa che sia vera o falsa — basta che sia credibile. Quattro esponenti delle forze dell’ordine sono fotografati in quattro momenti della loro vita, montati in modo non cronologico, per lasciare allo spettatore l’ultimo passo, l’ultimo sguardo, l’ultimo pensiero che metta ordine nella storia.
Il tema delle morti di Stato è diventato negli ultimi anni un tema politico. In questo spettacolo il punto di vista viene ribaltato: «Ho voluto affrontare questo tema delicato da un punto di vista insolito — racconta l’autore e regista Mario Gelardi —, ribaltando la cronologia degli eventi, perché questo non è un thriller, non c’è un colpevole da scoprire. I quattro uomini disegnati in questa vicenda, hanno una psicologia semplice, una volontà che è a servizio del corpo che rappresentano: non devono pensare a come comportarsi, i loro atteggiamenti sono spontaneamente automatici. Mai chiedersi il perché. Agire. Agire prima che sia troppo tardi, intessere una rete di complicità che li metta al riparo. Questo spettacolo nasce dalla volontà di capire come sia possibile che uomini che scelgono nella vita di difendere il cittadino, di stare dalla parte dello Stato, possano decidere di passare dall’altra parte della strada».