“Qualcuno volò sul nido del cuculo” in scena al Teatro Bellini di Napoli
Nel cuore della mente sentieri tortuosi spingono donne e uomini a cercare se stessi. A volte il tutto può essere trasformato in poesia, in arte.
Un viaggio intenso, atroce, autentico, tra gli insensati ambienti, di un ospedale psichiatrico. “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, di Dale Wasserman, nel riadattamento di Maurizio de Giovanni. In scena al “Teatro Bellini “ di Napoli, con l’eccentrica e coinvolgente regia di Alessandro Gassmann. Un dialogo acuto e struggente tra paura, fermezza e follia. Tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kensey, il testo ripercorre le vicende di un uomo, giunto in un ospedale psichiatrico dal carcere, probabilmente fingendosi fuori di senno. Subito segnato dall’ambiente ruvido ed irrazionale, dall’atteggiamento dei suoi compagni di reparto, e dalle regole, troppe, assurdi, soffocanti. Una velata umanità ed il tentativo di ribellione, spingono l’uomo ad un aspro confronto con la madre superiora, ed alla fine, nulla sarà più come prima.
Un manicomio, quelli che oggi non esistono più, quelli dove i pazienti oltre a combattere con i propri demoni, devono combattere con le repressioni personali di chi dovrebbe accudirli, quelli dove la speranza difficilmente riesce ad entrare, ma quando riesce a farlo, è un uragano che travolge tutto e tutti. Ecco che allora l’ottimismo, la possibilità di sconfiggere i propri demoni, di riappropriarsi della propria vita diventa possibile, seppure per poco tempo. Bisogna sempre combattere per i propri diritti, per la propria libertà, per la propria vita, perché alla fine, chi di noi, può affermare con assoluta certezza, di non essere “pazzo”.
Uno spettacolo che trasforma la follia in normalità. Il cast è di quelli dall’altissismo profilo professionale ed umano , niente è lasciato al caso, ritmi altissimi, attori, per cosi dire, perennemente sul pezzo. Poi l’incrocio, quasi magico, lo spettatore inizia ad immedesimarsi nel contesto, provando compassione, rabbia, divertimento. Momenti magici, per l’appunto, quasi surreali se guardiamo al nostro attuale contesto, quello del web, dove tutto scorre veloce. Merito a chi ancora, oggi, nonostante tutto riesce a trasmettere certe imperdibili sensazioni.
Pasquale Scognamiglio