“Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Ken Kesey, inaugura la nuova stagione del “Teatro Bellini “
Il “Teatro Bellini “ di Napoli riapre i battenti, su il sipario, che parlino gli attori. Lo fa in grande stile, con la riproposizione della rilettura teatrale del celebre romanzo di Ken Kesey, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Tradotto da Giovanni Lombardo Radice con l’adattamento di Maurizio De Giovanni e la regia di Alessandro Gassman. In scena, Daniele Russo ed Elisabetta Volgoi, guidano il gruppo dei protagonisti di una vicenda, ambientata nell’ ospedale psichiatrico di Aversa, che ha come protagonista, probabilmente involontario, Dario Danise, malato di mente, forse, spirito libero, immune ad ogni forma di regolamento, sicuramente. Dario entra velocemente in sintonia con i suoi compagni di reparto, ne comprende le debolezze, immagina continue soluzioni, si convince e convince che la soluzione sia dietro l’angolo, la libertà sia dietro l’angolo, discute, litiga, si confronta con loro, è nemico ed amico. Stabilisce un contatto, con Ramon, presunto sordo muto sud americano. Con lui e gli altri compagni, accarezza un accennato desiderio di libertà, isola la paura, grida alla conquista, con poco, per poco. Tutto sotto gli occhi, terribili ed infami di Suor Lucia, responsabile e padrona assoluta di quel reparto e dei rispettivi “ospiti”. Gassman percorre, attraverso l’incontro/scontro tra Dario e Suor Lucia, molteplici risvolti della fragile psicologia umana. La ricerca d’identità, sentirsi parte di qualcosa, sentirsi libero, attraverso di essa, sentirsi libero, e basta. La libertà, concetto universale di autodeterminazione, l’esigenza di un individuo di esprimersi attraverso l’istintiva forza della sua anima. Dario identifica in Suor Lucia il traguardo da superare per realizzar, appagare la sua sete di ribellione. Con lui, i suoi compagni, coscienti o meno di ciò che si apprestano a vivere. E poi la cruda realtà, violenta, balorda, insensata. Terribile e vigliacca. Gassman si interroga, ci interroga, la mente, lo spirito, il sottile inafferrabile limite, tra ragione e follia, tra istinto e controllo, paura d’essere e voglia di vivere. Kesey scrive, Gassman racconta, e la storia continua.