“Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Dale Wasserman, in scena al Teatro Bellini di Napoli
Un viaggio intenso, atroce, autentico, tra gli insensati ambienti, di un ospedale psichiatrico. “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, di Dale Wasserman, nel riadattamento di Maurizio de Giovanni, in scena al “Teatro Bellini “ di Napoli, con l’eccentrica e coinvolgente regia di Alessandro Gassmann, è un dialogo acuto e struggente tra paura, fermezza e follia. Tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kensey, il testo ripercorre le vicende di un uomo, giunto in un ospedale psichiatrico dal carcere, probabilmente fingendosi fuori di senno, e subito segnato dall’ambiente ruvido ed irrazionale, dall’atteggiamento dei suoi compagni di reparto, e dalle regole, troppe, assurdi, soffocanti. Una velata umanità ed il tentativo di ribellione, spingono l’uomo ad un aspro confronto con la madre superiora, ed alla fine, nulla sarà più come prima. “La malattia, la diversità, la coercizione, la privazione della libertà sono temi che da sempre mi coinvolgono e che amo portare in scena con i miei spettacoli – spiega Alessandro Gassmann – temi tutti straordinariamente presenti in questo spettacolo. Con Maurizio de Giovanni – racconta – che ha curato l’adattamento del testo, abbiamo deciso di ambientare la vicenda in una clinica psichiatrica italiana nel 1982.
Un testo che è una lezione d’impegno civile – continua – uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione e imposizione adottati all’interno dei manicomi ma anche, e soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra Individuo e Potere costituito, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell’uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere. Come sempre – conclude – lavoro sui complessi rapporti psicologici tra i vari personaggi, immergendoli in uno spazio scenico realistico e asettico, ed in questo caso, le videografie, che spesso utilizzo nei miei spettacoli, mi permetteranno di tradurre in immagini i sogni e le allucinazioni dei cosiddetti diversi”. In scena, Daniele Russo, Gilberto Gliozzi, Mauro Marino, Marco Cavicchioli, Alfredo Angelici, Giacomo Rosselli, Elisabetta Valgoi, Giulio F.Janni, Gabriele Granito, Antimo Casertano e Giulia Merelli, avvolti nelle impeccabili scenografie di Gianluca Amodio, proiettano lo spettatore in una surreale, a tratti poetica dimensione, tra le macerie indegne, di un’umanità corrotta, e la sublime, pacata , autentica lotta alla vita.