Mimmo Borrelli e la magia di Eduardo. “Il Gelo” ipnotizza il Piccolo Bellini
L’incontro che sa di occasione unica e irripetibile. Mimmo Borrelli, il suo linguaggio, i suoni, gli approcci intensi e surreali insieme ai testi di Eduardo De Filippo.
Il contesto, cosi come accennato, è quello delle grande occasioni, un incontro artistico unico per la specificità di precisi elementi che contraddistinguono la produzione dei due protagonisti in questione. Al Teatro Piccolo Bellini di Napoli, Mimmo Borrelli insieme a Eduardo De Filippo, per uno spettacolo che sin dai primi minuti promette qualcosa di particolarmente emozionante.
Borrelli, un tavolo, e una produzione artistica che scorre, quella di De Filippo. Gli approcci a quei testi che hanno fatto la storia del teatro e una immagine di fondo che sottintende il sacrificio, la fatica, che l’arte può e spesso addirittura deve portare con se.
Padre Cicogna, De Pretore Vincenzo, Baccalà, si incontrano e scontrano con l’immagine, la tecnica, la follia scenica di Mimmo Borrelli. Una condotta scenica, artistica, che sa ormai di vero e proprio linguaggio. I testi, sacri, della produzione eduardiana azzannati dalla foga scenica e chiaramente artistica dell’artista flegreo che, a modo suo ripropone immagini, parole, colori.
Ecco allora che quei testi, letti e riletti, interpretati negli anni da numerosi artisti, rivivono in una forma probabilmente mai neppure immaginata. Le musiche di Antonio Della Ragione, inoltre, colorano il tutto dando all’intera messa in scena una ulteriore anima che fonde ala perfezione note e parole.
L’intensa rappresentazione infiamma ed emoziona, imponendo al pubblico specifici sbalzi emotivi. Quei personaggi, sentiti e risentiti che di colpo sembrano acquisire nuova linfa, nuovo calore. La riproposizione, per certi versi, contestualizzata in modo personalissimo da Borrelli, che ha il sapore, paradossalmente di nuovo. Gli applausi, alla fine sono autentici, forti, obbligati. Mimmo Borrelli e il suo linguaggio che è esso stesso arte suprema incontrano Eduardo. Il senso di tutto, infiamma ed emoziona.
Quell’uomo, solo al suo tavolo di lavoro, alla fine ha prodotto magia, e tutti, in sala, testimoni fortunati, hanno preso con se qualcosa. La dinamica immortale dell’arte e la sua bellezza, compresa e riprodotta nel massimo rispetto. La magia, quella stessa magia, è ancora una volta compiuta.