“Mastro Don Gesualdo”, Guglielmo Ferro ed Enrico Guarneri, portano in scena il classico di Giovanni Verga

Il Teatro Bellini di Napoli, apre le sue porte, ad un classico della letteratura italiana.”Mastro Don Gesualdo”, di Giovanni Verga, nella rielaborazione drammaturgica di Micaela Miano, con Enrico Guarneri, nei panni di Gesualdo Botta, diretto da Guglielmo Ferro, figlio dell’indimenticato Turi, in scena fino a Domenica 25 Gennaio. In “Mastro don Gesualdo”, Verga narra le vicende di un ex muratore, che con la sua tenace laboriosità è riuscito ad arricchirsi. Non basta però la potenza economica, egli mira ad elevarsi socialmente e sposa Bianco Trao, una nobile decaduta che ha avuto una relazione amorosa col cugino Rubiera ed è stata da lui lasciata, perché la madre, la baronessa Rubiera, si è opposta al matrimonio riparatore. Il matrimonio con Bianca non porta a Mastro-don Gesualdo la sperata soddisfazione, perché, ora che è diventato “don”, si sente escluso non solo dalla plebe dalla quale proviene, ma anche dal mondo aristocratico, che lo considera un intruso e lo tratta con distacco. Egli porta nei due titoli che precedono il nome “Mastro-don Gesualdo” il suo dramma: per la plebe è diventato un “don”, un signore quindi, e perciò appartiene a un altro mondo; per gli aristocratici rimane il “mastro” di sempre, e quindi è un estraneo al loro mondo. Ma il dolore maggiore gli deriva dal non sentirsi amato né dalla moglie né dalla figlia Isabella, che, d’altra parte, non è propriamente sua figlia, ma è nata dalla relazione di Bianca con Ninì Rubiera. Di spessore l’interpretazione di Enrico Guarneri, profondamente immerso nel personaggio di Gesualdo Botta, fiore all’occhiello di una messa in scena, che sa di sperimentazione, tratto fedele, di un regista, Turi Ferro, attento ai mutamenti ed alle svolte del teatro contemporaneo, regista di una trasposizione che dall’aspetto scenografico all’attenta direzione, punta a trasportare l’opera di Verga, in un contesto quanto mai attuale. In scena, ad “accompagnare” Garneri, Ileana Rigano, Rosario Minardi, Francesca Ferro, Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato, Pietro Barbaro, Giovanna Centamore, Nadia De Luca, Gianni Fontanarosa e Maddalena Longo Chiavaro, impeccabili, interpreti del “contesto umano” che avvolge le vicende di Gesualdo Botta, vittima e carnefice, di un epoca, lontana, ma per tanti, troppi tratti, più vicina che mai.