Marco Baliani e Stefano Accorsi “giocano” con l’Orlando di Ariosto, al Teatro Bellini di Napoli

 

 

Sul palco, la scenografia di Mimmo Palladino, con i suoi celebri cavalli, svetta imponente, lasciando agli spettatori, alla loro fantasia, la libertà di definire i contesti, gli scenari, gli intrecci, che a breve i protagonisti prenderanno a narrare.  Contesto, il  Teatro Bellini di Napoli, dove fino al prosismo 5 Marzo , sarà in scena “Giocando con Orlando”.

Marco Baliani, autore dell’adattamento teatrale, nonché regista dello stesso,  presenta l’opera raccontando dell’idea di mettere in scena “Orlando furioso” di Ludovico Ariosto, idea accarezzata in primis da Stefano Accorsi e subito sposata dallo stesso Baliani.

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Poi dubbi, ripensamenti, ed infinte la convinzione di doverci provare e dar retta ad Accorsi ed alla sua folle intenzione:”Recitare l’Orlando furioso, da solo”. “Coincidenze, occasioni e imprevisti, hanno generato questa nuova avventura – si legge nell’introduzione – che parte dal successo dell’edizione di Furioso Orlando, e raccoglie la necessità e la rinnovata sfida di provare ad esplorare il testo in una direzione ancor più radicale, dove l’arte sublime del giullare e dell’improvvisazione fa risuonare i corpi in scena attraversati da rime, versi , suoni, rumori, trasformandoli in uno ed in tutti i personaggi e nei mostri e nelle creature magiche del celebre cantare”.

Marco Baliani e Stefano Accorsi, comunciano cosi a “viaggiare”, tra i versi di Ariosto, insieme ad Orlando, che insegue la bella Angelica e la guerriera Bradamante, innamorata di Ruggero, cavaliere saraceno destinato alla conversione.

Intorno ad essi, una moltitudine di personaggi si affaccia a turno lungo il sentiero tracciato dai due attori in scena, e da questi condotti in un vortice di rime e fine improvvisazione.

Accorsi e Baliani, ispirati quanto profondamente complici sul palco, “saltano su e scendono giù dai cavalli – continua l’introduzione- in corsa nella giostra, in un ludico ed ironico carosello di corpi e voci, dandosi l’un l’altro a volte la spinta dell’abbrividio a volte l’inciampo dell’ostacolo, cambiando modi e tonidel parlare, narrando, monologando e dialogando”. Teatro nel teatro, ciò che spesso può apparire la più semplice delle scelte stilistiche, chiaramente se si è in grado di poterla adottare, proposta in questo caso “giocando” con le doti dei protagonisti e con la stupefacente complicità che sembra da sola, dare equlibrio all’intera messa in scena. Una scelta coraggiosa, affrontata, cosi almeno si può notare, con profonda dedizione e professionalità, alla ricerca di spunti improvvisati e riflessioni , figlie di un testo che ancora sorprende, affascina, ispira profonde ed oniriche riflessioni.