Macbettu di Alessandro Serra, energia e passione al Teatro Bellini di Napoli
Raccontare il “Macbettu” di Alessandro Serra, partendo da quanto si immagina di sapere, presi da quanto vissuto in platea, concentrati su mille probabili ed a tratti inutili considerazioni, può sembrare cosa complessa, ed in effetti lo è.
Complesso perchè enorme la cifra stilistica, scenica, artistica della rivisitazione di un classico tanto integrale quanto di fatto quasi innocua, tanta è la potenza e la coinvolgente natura della messa in scena.
Complesso perchè il linguaggio, strappato all’originale natura del testo ed inserito altrove, dove è forte la natura, forte il rapporto dell’uomo con la sua terra, forte perchè è musica che accompagna gesti e pensieri, entra nel ventre dello spettatore e lo scuote. E cosi, mentre cerchi di coglierne la natura, di sfiorarne la note, è già andato via, lasciandoti dentro quel dubbio che solo la scena può spazzare via.
Complesso perchè la sintonia tra scena, attori, ritmo, e tutto quanto visibile li su quel palco, se osservata con estrema attenzione può racchiudere in se l’essenza stessa del progetto artistico, della necessita di mettere in scena, di andare in scena, di sentirsi parte integrante di qualcosa che è sospesa nel tempo, di afferrarla e farla propria.
Serra ricostruisce, la vicenda storica e letteraria, in un punto indefinito, di un tempo ipotizzabile, in una specifica terra. Suoni, dialoghi, vicende, raccontano del potere e della smania di possederne dell’uomo, pronto a sopraffare perfino se stesso pur di sentirsene assuefatto.
Il gran ballo della rappresentazione, scarica sul pubblico immense dosi di energia, di studio, di ore di lavoro, di profonda analisi del testo, del luogo, di tutto ciò che è nella natura degli uomini.
Il confronto con la messa in scena è di forte impatto, ma mai banale. La scena, nella sua variegata complessità rassicura quasi lo spettatore, che sa di trovarsi di fronte a qualcosa di profondamente vicino all’uomo ed alla sua natura, a qualcosa di vivo di intenso, ad una forma espressiva nobile e mai puramente incomprensibile. Al cospetto dell’autentica dimensione che mette l’arte, il teatro, in posizione dominante tra quelle dinamiche che partecipano alla vita di un individuo. Macbettu.. assetato di potere,carnefice, vittima, uomo e bestia, si fa energia e fa vibrare l’animo di chi accetta di accogliere la sua ennesima lezione, la sua estrema vicenda, la sua intensa natura.