“L’Infame”, di Giovanni Meola, in scena alla “Sala Assoli”

“Mazza e scopa”, questo il suo “contronome”, è un pesce piccolo, uno di quelli che non fanno storia, uno di quelli che, in un commando di fuoco, è complementare, uno che, e questo è il suo caso, ti porti dietro perchè faccia fumare tutti gli altri. Il guaio è che adesso fa il pentito, l’infame, disponibile a raccontare tutto di tutti, il suo gruppo, i suoi amici, la sua banda, la sua famiglia, i suoi boss. “Mazza e scopa” racconta ogni cosa, e tanto altro vorrebbe raccontare, della sua vita, dei suoi compagni di strada, dei loro caratteri, delle loro storie, dei contronomi, ma alla giustizia, ai suoi servitori, della “buona vita”, interessa davvero poco. “L’Infame”, di Giovanni Meola, con Luigi Credendino, in scena lo scorso fine settimana alla “Sala Assoli” di Napoli, è un scatto, fugace e intenso su un uomo, comprimario o forse semplice comparsa, di un’esistenza, vissuta ai margini del tessuto sociale cittadino. La malavita, gli amici, le faide, la vita, la morte. Protagonista una volta fuori dal gioco, come collaboratore di giustizia, come “infame”, carnefice a suon di racconti di tutto ciò che fino a poco prima era il suo mondo. Giovanni Meola, con profonda leggerezza, racconta di un uomo, ed attraverso la sua vicenda, di un pezzo di città. Dei riti, dei costumi, della quotidianità di chi per scelta, è estraneo ad ogni logica civile. L’autore, abile nel fare emergere la fragile psicologia del protagonista, percorrendo a tratti gli astratti vicoli della sua vicenda, tra solidi quesiti e curiose abitudini, propone una vicenda, che lascia nello spettatore, un misto di incerta soddisfazione. Da un lato, la sconfitta di un sistema criminale, dall’altro l’incerto domani del protagonista, autentico, sfrontato, teatrale quanto assolutamente vissuto, interpretato dall’impeccabile Luigi Credendino. Lavoro, ricerca e talento puro. “L’Infame”, colpisce perchè autentico. Per i fatti, per gli uomini, per la città. Colpisce per l’attenta analisi di un fenomeno quasi deriso. Colpisce per una storia, fatta di uomini comuni, che si fanno criminali, e poi dicono basta. Perchè la storia non vada avanti.