“Io nessuno e Polifemo” di Emma Dante, in scena al Teatro Bellini di Napoli
Dall’intervista impossibile a Polifemo, pubblicata nel 2008 da Einaudi nella raccolta “Corpo a Corpo”, nasce “Io, nessuno e Polifemo – Intervista impossibile” in cui si prova a ripercorrere lo sbarco di Odisseo nella terra dei Ciclopi spaventosi. In scena al “Teatro Bellini” di Napoli, dal 3 all’8 Febbraio. Scritto e diretto da Emma Dante, lo spettacolo vedrà in scena la stessa Dante, accompagnata da Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola, Federica Aloisio, Giusi Vicari e Viola Carnici. “Tremante, io incontro Polifemo e pian piano lo conquisto – racconta Emma Dante – lui si lascia andare, si mostra ironico, loquace, racconta l’arrivo del nemico dal suo punto di vista e mi spiazza. Gli chiedo un ricordo da portare via e lui, antropofago di carni umane crude, mi svela una ricetta sofisticatissima: crapetto caso e ova. Col tempo – spiega – nella solitudine, è diventato di pietra : Song io ’a caverna, Song tutt’uno con la roccia, monotono e gigantesco, un’enorme montagna senza cuore. Sono di pietra, signò, e voi mi abitate! Al posto dell’occhio tengo ’n fronte una grotta oscura e il macigno ca ’nzerra a metà l’entrata è la mia palpebra spezzata. voi site trasùta dinto, signò, nel monumento, e n’avite appena sfiorato la grandezza. Immense sale vuote mi scorrono dint’e vene, sorde e mute. Andate! Visitatele tutte! Tanto come trasìte accussì ascìte, tale e quale, perché non troverete altro che pietra e polvere. La mia voce non è riuscita a entrare nelle vostre orecchie come invece ha fatto quella di Omero, Virgilio, Euripide, Teocrito, Ovidio. Perché la mia voce è privata e voi non siete pronta a coglierne il segreto. Comme ’e creature vi facite cullà da rapsodie popolari, credendo ai mostri e agli eroi. Signò, io song sempre stato un essere pacifico, monòcolo, sì, ma armonioso, e le pecore, i montoni, i capretti non s’hanno mai appauràto ’i me. E ora jatevenne! Jamme bella! Ca mi fa male ’a capa!
Lo lascio – conclude – intenerita dai suoi racconti, e mentre vado via riecheggia nella caverna la voce di Odisseo. Anche lui è dentro la sua testa”.