“Il Contratto”, di Eduardo De Filippo in scena al “Piccolo Bellini”

 

Geronta Sebezio, è un astuto, cinico, educato impostore. Avvalendosi dei timori, delle paure, dell’avidità del prossimo, il nostro, campa di sofisticate e redditizie manovre, con le quali ottiene, dalla vittima di turno, ciò che questa è in grado di offrirgli. Complicato certo, ma altrettanto complicato è lo spirito di quest’uomo, all’apparenza affabile benefattore, ma nel concreto, inesauribile truffatore. Gerona Sebezio è il protagonista di “Il Contratto”, di Eduardo De Filippo, in scena, nei giorni scorsi, al “Teatro Piccolo Bellini, interpretato dal bravissimo Claudio Di Palma, diretto da Pino Carbone. Carmine Paternoster, Fabio Rossi, Andrea de Goyzueta, Giovanni Del Monte, Francesca De Nicolais ed Anna Carla Broegg, accompagno in scena Di Palma, in questo assurdo vortice di legami, sotterfugi e sottili tradimenti. Tra le opere meno visitate del compianto Eduardo, “Il Contratto”, sottopone lo spettatore, ad un’audace ed intensa valutazione riguardo il protagonista: bollarlo dal principio come infallibile burattinaio, oppure fidarsi di lui, affidandosi alla imminente catena di eventi, e vedere poi, a vicenda conclusa, chi è davvero Geronta.
Sebezio è l’uomo, è le sue paure, il suo cinismo, la sua avidità. Sebezio è la preda, che diviene predatore, è il puparo che muove i fili della pochezza dell’animo umano, abilmente manipolata, fino a trasformarla in inganno, in malefatta, ed infine, per lui, in ricchezza. Geronta è una maschera, che si nutre delle proprie capacità, è un simbolo, un malfattore, una vittima. E’ tutto, e forse niente.