“I racconti del baule” di Maurizio Capuano, in scena allo ZTN di Napoli

 

Un baule, ingombrante e misterioso, incombe sulla scena di un paio di delitti, presenzia all’incontro tra un poliziotto ed un’incerta prostituta, resiste al tempo che passa e travolge ogni cosa, fino al punto di incontrare nuovamente, vecchi amici di un passato ormai lontano. Un baule ingombrante e misterioso è tutto sommato il protagonista di uno spettacolo brillante ed originale, firmato da Maurizio Capuano e diretto da Gennaro Monforte. In scena presso lo spazio teatrale ZTN, lo spettacolo si sviluppa attraverso cinque diverse storie, cinque eventi diversi, in cinque differenti momenti. Unico fattore comune, la presenza del baule. Il racconto spazia tra impeccabili citazioni da cinema Pulp, e non solo, ed una comicità dimanica ed intelligente. Dinamica perchè veloce, perchè all’apparenza spontanea, perchè prova evidente di un percorso che non si ferma alla pura improvvisazione ma prender in considerazione diversi fattori artistici. Intelligente perchè assolutamente consapevole della potenza del mezzo, consapevole di quanto si è fatto per giungere a quel punto e di quanto si possa dire di se della propria storia attraverso una singola battuta. Gli attori, lo stesso Capuano, Francesca Romana Bergamo, Luigi Esposito, Antonio Fenu ed Emanuele Iovino, gravitano intorno al baule /monolite, con audace padronanza delle proprie evidenti qualità, saltando da un personaggio all’altro, da un tempo all’altro, da una storia all’altra, come fosse la più semplice delle azioni. Il testo insomma, è l’ennesima dimostrazione di quanto possa essere vincente la strada della sperimentazione in teatro, Maurizio Capuano, studia, mescola, elabora e rimescola stili, tratti e musiche, affonda la tagliente ironia e le indiscusse abilità di autore in una particolarissima trama che cresce ed avvolge con il passare dei minuti, fino alla fine, fino alle ultime scene che stravolgono qualsiasi considerazione iniziale, perchè inaspettate, perchè surreali, perchè assolutamente, e lo ripeto, originali. Non la riproposizione fintamente arrangiata di qualcosa che ormai conosciamo a memoria, ma qualcosa di assolutamente nuovo, di assolutamente audace, di assolutamente, artisticamente autentico.