Eimuntas Nekrošius rilegge Kafka ed il suo Digiunatore, al Teatro Bellini di Napoli
L’ultimo lavoro di Eimuntas Nekrošius, “A Hunger Artist – Un digiuntatore”, di Franz Kafka, in scena al Teatro Bellini, è una rilettura, una forma di adattamento di un testo, di per se complesso e quasi misterioso. Dopo Shakespeare e Ceckhov, il regista lituano, si concentra su Kafka, e sull’incerta, apparentemente, intepretazione di un’opera, che può essere storia, o denuncia, o metafora. Un uomo, un fenomeno da baraccone. Un uomo, una storia, una precisa identità e qualcosa da gridare a tutti. O forse niente. Viktorija Kuodytė, Vygandas Vadeiša, Vaidas Vilius, Genadij Virkovskij, in scena, raccontano di un uomo e di un’immagine. “I critici che hanno scritto sulla novella kafkiana – si legge tra le note che accomopagnano l’evento – ne hanno ipotizzato vari significati nascosti: è la tragedia di un artista rifiutato dal pubblico? O forse è la tragedia di un essere umano che cerca di superare Dio? “ Ciò, che colpisce, e che resta dell’adattamento, attento e spinto allo stesso tempo, di Nekrošius, è la capacità, grazie anche all’estrema bravura dei protagonisti in scena, di catturare lo spettatore, di trascinarlo in un astratto contesto scenico, in cui al centro, la vicenda di un uomo sembra essere il fulcro, ma poi da un lato, e poi dall’altro, ecco arrivare spunti, riflessioni, colori, e tutto torna in discussione. Un’immagine, un uomo, una scena. Nekrošius, dispone, “apparecchia” un’attenta messa in scena. Minuziosa e mai banale, eccentrica forse, eccentrico magari il testo, nelle sue molteplici interpretazioni. Colpisce, ed interroga, ed alla fine, lo spettatore, può esser soddisfatto di aver assistito a qualcosa di assolutamente unico.