“Due donne che ballano” di Josep Maria Benet i Jornet, in scena al “Teatro Nuovo”

Un’anziana e una giovane chiamata a farle da badante, due donne schive e sarcastiche, che ballano in solitudine, come una nave in balia delle onde, sono le protagoniste di “Due donne che ballano” di Josep Maria Benet i Jornet, in scena al Teatro Nuovo di Napoli da mercoledì 10 febbraio 2016 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 14), prima produzione del Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, costituito a gennaio 2015. Ad interpretarle due autentiche stelle della scena italiana, le pluripremiate Maria Paiato e Arianna Scommegna, dirette da Veronica Cruciani.

L’ironica storia di grande attualità ruota intorno a queste due donne, schive ma piene di energia, dotate di un sarcasmo feroce e troppo simili fra loro.

Il rapporto, con queste premesse, risulta pieno d’odio e disistima ma, avendo ognuna bisogno dell’altra, nella solitudine delle rispettive vite, sono l’unica presenza confortevole l’una per l’altra. I momenti che trascorrono insieme sono passati becchettandosi, pungendosi e confessando di sé quello che solo a un estraneo si riesce a confessare.

Tra alterchi e battibecchi è come se ballassero insieme una danza dell’esistenza. Dietro il loro rapporto si materializza l’ombra misteriosa della figlia dell’anziana signora, specchio delle preoccupazioni delle protagoniste.

Ballano la danza dell’esistenza dura e difficile di chi porta dentro una sofferenza, ma, fuori, esibisce una faticosa immagine di forza e autosufficienza. Ballano come una coppia estratta dal mazzo della casualità, quando nelle balere due sconosciuti si trovano a ballare insieme. E per questo ballo non ci sono cavalieri, non ci sono uomini possibili, non ci sono mariti, padri o figli ad accompagnarle, ma, appunto, solo due donne che ballano.

Il personaggio di Maria Paiato – annota Veronica Cruciani – è quello di una vecchia signora appassionata di giornalini, e Arianna Scommegna interpreta una giovane insegnante di lettere appassionata di libri. La prima usa il linguaggio dei sentimenti e della memoria, mentre l’altra si esprime con brevi monosillabi. Lo scontro tra queste due donne avviene nel tentativo reciproco di conoscersi, e il cuore della pièce è proprio come si costruisce il rapporto tra loro”.

“Due donne che ballano” è una minuscola storia come tante, molto frequenti nei grandi condomini di qualsiasi città. Un microcosmo, un ecosistema esistenziale, che, attraverso la scrittura dell’autore catalano, diviene un modo gentile, amaro e profondamente ironico di raccontare un’intera società, in cui le persone difficili e scomode sono estromesse e confinate ai margini, ad affrontare in solitudine la pista da ballo del proprio destino.

L’allestimento si avvale della traduzione di Pino Tierno, le scene di Barbara Bessi, le luci di Gianni Staropoli e le musiche di Paolo Colletta.