Da Chicago a Napoli, da Mamet a De Giovanni, “American Buffalo” in scena al Teatro Bellini
Tre uomini, incerti, vissuti, magari tutto sommato insicuri, si incontrano abitualmente, ed altrettanto abitualmente cercano la strada verso qualcos’altro. Soldi, la possibilità di cambiar vita, o forse soltanto la ricerca di un’emozione, tanto lontana in quei miseri giorni. Maurizio De Giovanni riadatta, ed ambienta a Napoli, su traduzione di Luca Barbareschi , il classico di David Mamet “American Buffalo”. Marco D’Amore, dirige, se stesso, Tonino Taiuti e Vincenzo Nemolato, in una messa in scena pungente, ed intensa, in scena in questi giorni al Teatro Bellini di Napoli. Il Don accoglie nel suo originialissimo negozio, le vicende ed i drammi sei suoi sodali, o’ rofessore e o’guaglione. Ognuno, all’apparenza, come in fuga da qualcosa, e quindi al riparo, in quel luogo, in mezzo a centinaia di oggetti, che sembrano trasmettere scariche di vita, ed un’apparente quiete, figlia probabilmente del nulla. L’ambientazione, nuova, è ciò che in parte caratterizza l’intera messa in scena. Un angolo, indefinito di città, punto di passaggio per anime visibilmente in pena, alla ricerca del colpo della redenzione, alla ricerca di una luce che sembra non sfiorarli da un’eternità. L’occasione sembra essere lei, la preziosa moneta, da fare propria, da possedere ad ogni costo per riscattare inganni reali o presunti, tradimenti, altrettanto ipotetici e tracce mancati di vita, di umane emozioni e sensazioni, di pace di gioia, forse, quasi certamente desiderate. La regia di D’Amore evidenzia l’aspetto avulso dei protagonisti, avulso all’esterno, alla società, probabilmente al concetto stesso di civile esistenza. Ed il tratto profondo di ogni personagio, conduce lo spettatore quasi ad immedesimarsi in una condizione di emarginazione, che rende quasi vitale un banale tentativo di furto. Lo spettacolo convince, affascina ed incarna pienamente lo spirito di un testo, figlio di una profonda riflessione sullo stato delle cose, sugli uomini e su cosa a volte significhi, stare al mondo.