L’anima di Pulcinella al Teatro Tram di Napoli: tra tradizione e licenze
Il testo è di quelli che in qualche modo tengono incollati gli spettatori, il ritorno alla commedia dell’arte, le origini del nostro stesso teatro.
Ci sono testi che rimandano con la mente ad epoche ormai smarrite nel tempo, ritorni di fiamma in qualche modo per modalità di approccio al palco che sempre più spesso sfuggono alle logiche contemporanea. Ritrovarne traccia spesso è cosa assai complicata. Per fortuna ad oggi numerosi sono in qualche modo i percorsi che rievocano determinati momenti del teatro contemporaneo o meno.
“Con licenza dei superiori” è un testo in qualche modo sfrontato, portato nel contemporaneo con un approccio ed un modo di resistere, artisticamente parlando degno di nota. Pulcinella, il suo legame con la città, il teatro, la cultura popolare. Momenti di puro teatro, commedia dell’arte e riproposta di quelle logiche che fecero grande una precisa idea di rappresentazione teatrale. Antonio Gargiulo, scrive, dirige ed interpreta un ruolo che in passato hanno affrontato i più grandi del nostro teatro.
Momenti di puro contatto con una tradizione ormai sbiadita nei ricordi degli spettatori. Compagni di viaggio di Antonio Gargiuo, sul palco del Teatro Tram di Napoli, i bravissimi Sara Saccone, Vito Pace, Antonia Baiano, Emiliana Bassolino e Stefano Quisisana. Gargiulo non si lascia soltanto affascinare dalla maschera, dalla sua impronta dalla sua identità tanto surreale quanto estremamente viva e concreta ma ne plasma addirittura alcuni tratti. Il contesto, la rivisitazione di alcuni elementi capaci di rendere quasi attuali alcuni momenti di quello che è di fatto un confronto con il pubblico. “Con licenza dei superiori” è un testo audace che sdogana in qualche modo il legame tra il nostro teatro e quel teatro che in qualche modo può essere definito suo antenato.
“Quella di Pulcinella è una maschera amica e, allo stesso tempo, misteriosa – aveva spiegato lo stesso Antonio Gargiulo – calzarla vuol dire sommare alla fatica della interpretazione, il dover sostenere un carico ulteriore fatto della sensibilità, fantasia, fame di vita di un popolo intero… un popolo antico. Per tanti, troppi anni Pulcinella ha smarrito la strada del palcoscenico, vedendosi riservata qualche apparizione folcloristica o relegato a icona di qualche marca di spaghetti. Ci sono tanti artisti che, solo volendolo, potrebbero donare nuova vita a questa maschera gloriosa. Noi abbiamo deciso di provarci. È tempo, credo, che Pulcinella ritrovi la strada di casa”.
Lo spettacolo in qualche modo entra nell’intimo dello spettatore. Con esso si confronta, prova a ristabilire un contatto con determinate dinamiche, linguaggi ed immagini ormai quasi poco inclini al contemporaneo. Antonio Gargiulo con estremo coraggio si cimenta con un lavoro intenso e complesso. Il pubblico coglie l’impegno e la dedizione al percorso artistico. Gli applausi valgono tanto forse tutto. Quel legame sembra in qualche modo ristabilito. Quel legame oggi più che mai ha il sapore di sodalizio immortale.