Claudio Santamaria è “Gospodin”… al Teatro Bellini di Napoli
“Gospodin è un uomo semplice.. non vuole avere nulla a che fare con il danaro.. Gospodin vive nella città come un esploratore nelle natura.. Gospodin aveva un lama, animale con cui passeggiando otteneva mance, Greenpeace glielo ha portato via.. Gospodin odia Greenpeace.. Gospodin ha tanti amici, ma tutti gli portano via qualcosa.. la sua donna lo abbandona portando via mobili e letto.. il suo amico artista gli porta via la tv per fare una videoistallazione che si chiama “tempus fuckit”.. a Gospodin un amico saltuario delinquente lascia una borsa piena di soldi… la sua donna li vuole, i suoi amici li vogliono, ui non li vuole ma non vuole darli” .
Dalla penna del pluripremiato drammaturgo tedesco PhilLoipp Lohle, “Gospodin” fa il suo esordio in un teatro italiano. Al “Teatro Bellini” di Napoli, con Claudio Santamaria, Federica Santoro e Marcello Preyer, per la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Le vicende di quest’uomo, definito legittimamente un antieroe, raccontano di un contesto decadente e privo di ogni energica spinta di riscossa, dove un uomo, Gospodin, sceglie di rinunciare al denaro, di rinunciare alla convenzione solenne che regola e regge un mondo ormai alla deriva. Claudio Santamaria, accompagnato dalla superba regia di Barberio Corsetti, riempie e svuota con l’intensa presenza scenica le innovative scene dello stesso Corsetti e di Massimo Troncanetti. Federica Santoro e Marcello Preyer bravissimi nell’interpretare quelli che potrebbero dirsi gli antagonisti ideali di Gospodin, sostengono il personaggio e per l’appunto ne delineano ancor di più i surreali tratti. Risultato, un paradossale racconto/messa in scena, tra ideologia e mancate idee, che vede la sua fine consumarsi in un carcere. Li dove la cella, o le mura di cinta delimitano l’azione di ogni individuo, e dove il denaro, di fatto non esiste. Condizione ideale per chi ha paura della propria libertà, del proprio essere, di ciò che sarebbe se nessuno o niente, fossero li a trattenerlo.