“Chi ha paura di Virginia Woolf” di Edward Albee, in scena al Teatro Bellini di Napoli
“Martha e George sono una coppia di mezza età che ha invitato a casa Honey e Nick, due giovani sposi che hanno appena conosciuto. In un vorticoso crescendo di dialoghi serrati, con la complicità della notte e dell’alcool, il quartetto si addentra in una sorta di gioco della verità che svela le reciproche fragilità individuali e di coppia. Il risultato della serata è un gioco al massacro, una sfida collettiva alla distruzione di sé e degli altri, che rende ogni personaggio, allo stesso tempo, vittima e carnefice”. “Chi ha paura di Virginia Woolf” di Edward Albee, in scena al “Teatro Bellini” di Napoli fino al prossimo 31 Gennaio, è l’immagine decadente di una certe borghesia, cinica e violenta con se stessa, e da essa ancora, maltrattata e violentata. La traduzione di Ettore Capriolo e la regia di Arturo Cirillo, riportano all’autenticità dell’opera di Albee. Le vicende di Martha e George, intrecciate all’anonima, si scoprirà, esistenza di Honey e Nick, offrono lo spunto per un intensa e spietata analisi di una società, figlia del suo tempo. L’individualismo, fragile ed autoritario che guida i protagonisti verso una personale e relativa apatia morale e psicologica, è lo stesso strumento, capace di regolare a seconda delle esigenze ogni sorta di condizione legata alla stessa esistenza di ogni personaggio. La regia di Arturo Cirillo, in questo senso, accompagnata alle eccellenti interpretazioni di Milvia Marigliano, Valentina Picello, Edoraro Ribatto, tende ad estrapolare dal racconto i tratti emotivi dei personaggi, accompagnando ognuno, ad un certo punto della vicenda, verso l’ardua sentenza. Il giudizio, il compimento della storia, il punto finale di una solenne ed interminabile messa in scena quotidiana. Che sia figlia di un profondo ed insanabile malessere, quindi, in un certo senso pilotata, oppure cinica e calcolata, progetto messo in piedi, ad arte, per arrivare ad essere ciò che si vorrebbe. Essere per essere. Fingere, per essere. Sfiorire, privarsi del gusto della vita, per essere.