L’intensa atmosfera della Bottega di Caravaggio rivive al Teatro Tram di Napoli

Il racconto nasce nelle stesse trame di una vicenda segnata dalla tragedia. Caravaggio, la sua bottega e quel qualcosa di magico e celato che l’ha abitata.

Tratto da un racconto di Raffaele Messina, “Nella bottega di Caravaggio” è in scena al Teatro Tram di Napoli. Una intensa e gradevole immersione. Un viaggio tra la personalità, il tratto umano ed il carisma di un personaggio spesso sopra le righe come Michelangeo Merisi. In scena Peppe Celentano , che cura tra l’altro la regia dello spettacolo, Gabriella Cerino, Gennaro Monti, Danilo Rovani, Sonia De Rosa, Enrico Disegni e Roberta Lista. Il tratto distintivo di questa armoniosa messa in scena è tutta in quel che il perno centrale d’ogni cosa. Il racconto di chi è stato allievo del “maestro”, chi ne ha acquisito i segreti. Gli aspetti più particolari dell’arte e del carattere e quel carisma. Intenso quanto spesso crudo che ha contraddistinto parte della vita dell’artista.

 

Tra il 1606 ed il 1607 Caravaggio è a Napoli e li è protagonista di una situazione molto particolare che in parte ne ha segnato l’esperienza. Una tragedia, consumatasi li, in quella sua bottega nel mentre l’artista è intento a dare vita alle sue “Sette opere di Misericordia”.

 

Cruda, intensa, spietata è la sua figura in alcuni punti della messa in scena, sapientemente diretta da Peppe Celentano. Lo stesso regista a margine dell’inizio delle rappresentazioni ha cosi spiegato: “La figura di Michelangelo Merisi – spiega –  ha sempre esercitato un grande fascino su studiosi, scrittori e semplici appassionati di pittura. Probabilmente a causa dell’esplosivo mix tra un talento inarrivabile, un carattere difficile e una vita piena di episodi rocamboleschi. Quando due anni fa lo scrittore Raffaele Messina presentò sui social l’uscita del suo racconto Nella Bottega di Caravaggio, senza nemmeno leggerlo decisi di farne una pièce teatrale e proposi all’amico Messina di scriverlo a quattro mani. L’allestimento è stato una conseguenza naturale. Pittura, tradizione, musica, attualità. L’obiettivo principale di questa messa in scena è di dare vita a una storia verosimile e suggestiva”

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La regia di Celentano tende ad evidenziare alcuni aspetti che inaspettatamente in quella che è la storia spesso decantata dell’artista appaiono quasi secondari. La scelta registica di giocare su due livelli per cosi dire, di rendere protagonisti due “versioni” dello stesso personaggio, offrono lo spunto per due differenti approcci. Un prima e dopo che aiuta ancor di più ad inquadrare l’opera non artistica del “maestro” e ciò che è stata per l’esperienza di altri. Bravi gli attori, ispirati forse da quella mistica e magica atmosfera che ha avvolto da inizio a fine, tra musiche, toni e costumi la particolarissima e sapientemente rappresentata messa in scena.