Antonio Mocciola, racconta di Pietro Ioia e della “Cella zero”, al Centro Teatro Spazio

 

 

Pietro Ioia è un uomo. Un uomo che ha sbagliato. La malavita, la droga la bella vita. Pietro Ioia ha pagato il suo debito con la giustizia, con se stesso, con la città. Pietro Ioia ha pagato, più del dovuto, più di quanto fosse umanamente, eticamente, moralmente giusto. Pietro Ioia è entrato nella cella zero. A Poggioreale, nel carcere di Poggioreale, la cella zero è il punto di non ritorno per le dignità umana dei detenuti. La cella zero è il luogo in cui lo stato ha perso, è il luogo della violenza senza senso, dell’arroganza di chi detiene il “potere”, è la fine della speranza di essere riabilitati. Pietro Ioia, sconta la sua pena, e denuncia tutto, denuncia tutti. Dai suoi ricordi, dalle sue angosce, dalle sue sofferenze, Antonio Mocciola immagina un testo teatrale. “La cella zero”, ispirato alla vicenda di Pietro Ioia, in scena al “Centro Teatro Spazio” di San Giorgio a Cremano, fino al prossimo 13 Novembre, è un’intensa rappresentazione, di luoghi, fatti, tragedie, che hanno caratterizzato l’esperienza carceraria di Pietro Ioia, e di chissà quanti altri. La regia di Vincenzo Borrelli, impeccabile nel fondere, in un unica espressione artistica, immagine, voce ed effetti scenici, restituisce alla messa in scena, il giusto ritmo, e l’autenticità dei più intensi ed atroci attimi del “racconto”. Protagonisti in scena, i bravissimi Ivan Boragine, Marina Bilwiller, Diego Sommaripa, Ivan Improta, Antonio Tatarella, Pietro Ioia (nella parte di colui che fu il suo aguzzino) , Simone Somma e Cristina Ammendola, capaci di ricreare, nella più realistica delle sue espressioni, gli ambienti, le atmosfere, gli odori, di un inferno, difficile da immaginare.