Al Teatro Tram di Napoli, Diego Sommaripa riscrive Molière, da applausi
Prendi Molière, portalo a Napoli, ricolloca quella trama in un contesto storico, sociale, culturale assolutamente nuovo, e dai vita a quei personaggi, cosi, come se nulla fosse. “La scuola delle mogli”, dalla penna dell’autore francese all’intuizione di Diego Sommaripa. Intuizione più che geniale, adesso si può dire. Già perchè, al di la di tutto, il risultato è davvero eccezionale. Lo spettacolo, in scena nel periodo pre e post natalizio al Teatro Tram di Napoli, vede protagonisti lo stesso Diego Sommaripa, sua tra l’altro la regia, Antonio De Rosa, Fabiana Sera, Vittorio Passaro, Dolores Gianoli e Adriano Fiorillo. Una produzione targata “Resistenza Teatro” e Teatro Tram, che si propone, come sempre, di sostenere la sperimentazione in teatro, la cura delle giovani risorse ed anche degli spazi, delle idee, e di tutto ciò che occorre per fare del buon teatro. Diego Sommaripa, cosi come si diceva, prende Molière e lo trasporta altrove, ma non è tutto, perchè oltre al contesto scenico, al contorno, se cosi si può dire, c’è dell’altro, e questo è davvero interessante. C’è ad esempio l’intuizione di tenere viva quella che è l’anima del testo, la condizione della moglie, ma perchè no anche del marito. Come deve essere una buona moglie, e come un buon marito. Tenere viva quell’anima e addobbarla, per l’occasione, con ulteriori elementi, che arrivano dalla propria formazione, dalla propria storia. Scampoli di commedia dell’arte, sembra di percepire, senza immaginare di cadere in errore, nell’allestimento di certi personaggi. Maschere, tirate su, con la penna, tenendo in considerazione quello che era il classico, senza dimenticare una “spolverata” di ciò che è contemporaneo, nel linguaggio, nella presenza scenica, ed in quella percezione di “comico” che spazia tra l’attenta riflessione e lo spirito quasi farsesco, quasi surreale, in alcuni momenti. Gli attori, li, in quel perfetto meccanismo, in quella puntuale sintesi tra passato e presente, danno il meglio di se, offrendo al pubblico qualcosa di estremamente prezioso, in poco più di un ora. Una rivisitazione , che è ossigeno puro per lo stato di salute del nostro teatro. Una rivisitazione che è studio, passione, formazione, impegno. Insomma è tutto quello che dovrebbe esserci oltre la scena, oltre il sipario, li, su quel palco che di fatto rappresenta il gran finale no? L’incontro conclusivo ed anche li, formativo. Gli applausi, tanti, e per l’appunto il pubblico, anche lui numeroso, tanto numeroso, rappresentano probabilmente il riscontro emotivamente più valido, più sentito, e certamente più meritato. Molière si è fermato a Napoli insomma, ed è certo che ce ne ricorderemo, senza alcun dubbio.