Al Teatro Bellini di Napoli, “Si nota all’imbrunire” di Lucia Calamaro con Silvio Orlando

La solitudine , il dubbio, l’abbandono, in un sottile testo di Lucia Calamaro. Un uomo, rimasto vedovo, suo fratello, i suoi figli, sotto lo stesso tetto, per qualche giorno, complice la commemorazione della consorte defunta. Il suo contesto lontano, le abitudini, le convinzioni, le riflessioni, di un uomo rispetto alla presa di posizione di voler restare solo ed isolato, lontano dalle abitudini e forse dalla vita. “Si nota all’imbrunire” (Solitudine da paese spopolato), diretto dalla stessa Lucia Calamaro ed in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al prossimo 12 Maggio, è il riflesso, profondo, finemente tratteggiato, di un uomo, fondamentalmente solo, fisicamente e forse mentalmente, lui punto di riferimento unico, assoluto di se stesso, in una dimensione che non comprende altro. In scena, Silvio Orlando, Roberto Nobile, Riccardo Goretti,  Alice Redini e Maria Laura Rondanini, interpreti eccezionali di un serrato confronto che porta i personaggi ad interrogarsi tra loro, nonché a cimentarsi in vere e proprie riflessioni, intime, sulla propria vita, la condizione. Figli, intorno al padre, fratello intorno al più vicino parente. Orlando, sugli scudi, magistrale nell’offrire al pubblico la condizione di chi vive forse a metà, perchè solo e privo di stimolo, a tenere le redini di un sottile equilibrio tra i vari personaggi. Il dramma, attuale e complesso dell’esser soli, affrontato a tratti con profondo mostrarsi intimamente ed a tratti con il riflesso del corpo, la mimica che accompagna l’ironia di una decisone, soli per questo o quest’altro motivo. Mimica, drammatico monologo, proposta di una condizione al limite tra l’esser vivi, nel senso pieno del termine, e l’abbandonarsi ad una non vita, alla necessità di non partecipare più al processo sociale, di considerarsi solo, di alimentare il proprio intimo bisogno di non cercare altro. L’autore delinea i tratti di un discorso che gli attori affrontano con estrema abilità artistica, restituendo l’affresco fedele ed in questo caso vivo, di una tragedia umana, la solitudine, il distacco, il sentirsi fuori.

 

Paolo Marsico